Ciao,
sono Alice mamma di Tommaso nato il 21 febbraio 2008 alla 31^ settimana
+ 5 gg di gestazione. Alla nascita pesava 1,870 kg ed era lungo 41
cm. Nei giorni successivi a causa del calo fisiologico ha raggiunto
1,600 kg. Ho vissuto una bellissima gravidanza senza mai un disturbo,
niente di niente. Dopo un po’ di incertezze e dubbi iniziali ho deciso
di non sottopormi ne alla villocentesi ne all’amniocentesi. Ho placato
un po’ di dubbi con l’esame della la traslucenza nucale. Tutte le
ecografie e gli esami sono andati sempre bene.
Ho fatto sempre di tutto, faccende domestiche, passeggiate, spesa
da sola, e decisi di lavorare fino all’ottavo mese (sono impiagata)
per poter usufruire di un mese in più di congedo dopo il parto.
Tommaso avrebbe dovuto nascere attorno al 20 aprile.
Il 21 febbraio alle ore 00.22 nel sonno si rompono le acque. La sera
stessa prima di coricarmi ho sistemato le ultime cose nelle nostre
“valigie” per l’ospedale. Ricordo di aver chiuso la zip della sua
borsa pensando “ecco così è tutto pronto..non si sa
mai”. Non so perché ma durante la gravidanza ho sempre avuto
la sensazione che Tommaso sarebbe nato prima del termine. Abitiamo
a 5 minuti dall’ospedale del Delta. Ho chiamato mia madre, ero spaventata.
Ripetevo dentro di me “è piccolo, è piccolo, è
troppo piccolo”. Presso il nostro ospedale (quello in cui sono stata
seguita durante la gravidanza) sono stata visitata ed è stata
constata una PROM, rottura prematura della membrana con dilatazione
di 1 cm, presentazione del feto cefalica. Mi hanno somministrato la
prima dose di Bentelan, corticosteroide, per aiutare i polmoni di
Tommaso. Sono stata “dirottata” tramite ambulanza presso
l’ospedale S. Anna di Ferrara, poiché l’ospedale del Delta
non è attrezzato per i parti “gravi” pretermine. Sono arrivata
in ospedale e ho preso possesso del mio letto in sala travaglio. Una
grande sala travaglio divisa a metà da un bagno, la parte con
i letti rosa per i parti spontanei, la parte con i letti blu per i
cesarei. Il mio letto era blu, con le ruote, pronto a partire. Ero
spaventata. Me la ero immaginata diversa la nascita di mio figlio.
La prima ostetrica che ho incontrato mi disse che sarei stata sotto
tracciato per tutta la notte, che avevano “sospeso” le eventuali contrazioni
che avrebbero potuto venirmi poichè dovevamo attendere 12 ore
dalla prima somministrazione di bentelan, per effettuarne una seconda
come da prassi. Mi disse inoltre che probabilmente avrei subito un
cesareo. Cosa mi importava l’importante è che aiutassero il
mio piccolo a sopravvivere, non avevo paura. Mi sentivo lì
così sospesa e osservavo la mia pancia “sgonfia” e ascoltavo
il battitto del mio bambino. Dopo qualche ora hanno staccato il tracciato
e mi dissero di provare a riposare qualche ora perché l’indomani
sarebbe stata una giornata dura. Ci ho provato. Non ho dormito. Ho
pregato. Il tempo non passava mai. Finalmente è arrivata la
mattina. avevo fame. Mi dissero che dovevo stare a digiuno per tenermi
eventualmente pronta per un cesareo. Finalmente arrivarono le 13.00,
12 ore dalla prima dose di bentelan. Via pronti per la seconda dose.
Rimango lì sotto tracciato, tra un’ecografia e l’altra. Tra
un pianto e l’altro. Ore 14.00 cambio turno. Sono sotto tracciato,
mi fanno cambiare posizione continuamente e continuamente sono lì
ad osservare il mio tracciato e a confabulare parole incomprensibili.
Arriva il ginecologo guarda il tracciato, guarda me, guarda il tracciato
e mi dice “c’è qualcosa che non va se mi da l’autorizzazione
procediamo con il cesareo”…silenzio…ed io “va bene”. Ed eccola la
squadra delle ostetriche ed infermiere che era lì dietro la
porta ad attendere il mio sì. Mi preparano e così come
ero con quella maglietta con la quale ero arrivata dal pronto soccorso
mi portano in sala operatoria. Terrore, paura. Adesso sì avevo
proprio paura. Tremavo tanto che salterellavo sul lettino. Anestesia
e via si parte con la procedura guidata. Sento un versetto, poi un
pianto. Il mio bimbo piange è vivo. Lo portano via e mentre
attraversano la stanza me lo fanno vedere. Era nero, tumefatto. Piccolissimo.
L’infermiera mi dice che ha un’indice di apgar 7-8, buono. Tommaso
viene trasferito in tin (terapia intensiva neonatale) data la prematurità
e l’impegno respiratorio. L’esito dice “discrete condizioni generali”.
Il secondo giorno ha difficoltà respiratorie e viene aumentato
il suo fabbisogno
di ossigeno mediante nasal ncpap (pressione positiva continua). Presenta
inoltre ittero ingravescente, trattato inizialmente con fototerapia
senza miglioramenti. Successivamente, in considerazione dell’aumento
della bilirubina, è stata eseguita exanguinotrasfusione. Visti
i miglioramenti al 4° giorno di vita viene sospeso l’utilizzo
della ncpap e dopo 9 giorni viene sospesa l’ossigeno terapia. Durante
la degenza Tommaso si è nutrito di solo latte materno, che
io puntualmente tiravo e conservavo. Il 18 marzo finalmente è
stato dimesso, e pesava 2,150 kg. E’ stato meraviglioso portarlo a
casa, ero commossa. Finalmente mi sentivo mamma. Non è stato
facile per me correre su e giù dall’ospedale per stare qualche
ora con lui. L’ho visto lottare per la sua vita dentro quell’incubatrice.
Mi ha insegnato il coraggio, la forza. Mi sentivo impotente. e’ stato
terribile quelle notti prendere sonno senza averlo accanto nella sua
culla. Ho conosciuto altre mamme meno fortunate. Mamme in lacrime
ogni giorno temendo di perdere i loro piccoli, mamme che li hanno
persi. Ed io guardandolo, sapendolo fuori pericolo, mi sentivo fortunata.
Tornati a casa sono incominciate da subito le prime difficoltà
con l’allattamento al seno. Poi una notte ha pianto a dirotto strillando
perché aveva tanta fame e il mio latte non bastava, così
ho introdotto il latte artificiale adottando per qualche settimana
un a che il mio latte si è esaurito. Tutt’ora si nutre di latte
artificiale e abbiamo iniziato piano piano senza fretta lo svezzamento.
A volte mi sono sentita non sola ma incompresa, perché un dolore
simile lo puoi comprendere solo se lo hai vissuto. Oggi che Tommaso
ha 6 mesi non pretendo altro dalla vita che la sua salute. Diventare
madre è il dono più bello che la vita potesse offrirmi.
Ogni giorno è una scoperta, ogni giorno è unico e meraviglioso.
Ogni suo sorriso è stupefacente.
Perché ogni mamma nasce con il suo bambino, ed io mi sento
nata un’altra volta.
pubblicato
il 18 settembre 2008