Storie di bimbi e genitori speciali che hanno scelto di offrire la loro esperienza a tutti voi.


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La Gravidanza

Tutto è cominciato il 7 ottobre molto prima che io nascessi,quando mamma si è rivolta al suo ginecologo, (colui che ha fatto nascere i miei 2 fratelloni 20 e 21 anni fa), per un ritardo di 4 settimane e con la paura e la convinzione di una gravidanza inaspettata.
(I miei genitori hanno pensato "meglio rivolgersi al gine che alle provette della farmacia )
Mio padre aspettava fuori dallo studio medico e nel vedere la mamma uscire sorridente ha tirato un sospiro di sollievo, infatti il ginecologo l'aveva rassicurata,dopo ecografia,che non c'era assolutamente nulla e che il ritardo era sicuramente dovuto al troppo stress,oppure a una menopausa precoce (mia mamma ha 42 anni).
Gli ha prescritto molte analisi del sangue e una mammografia ma non un test di gravidanza perchè "inutile" . Fatte le analisi risultano fuori dalla norma prolattina e un ormone che regola il ciclo mestruale, negativa la mammografia, al che il gine prescrive una RMN con liquido di contrasto alla testa per vedere se lo scompenso ormonale è causato da EVENTUALE TUMORE ALL'IPOFISI .
I miei genitori entrano in un incubo, e la mamma comincia ad accusare forti dolori all'addome e perdite di sangue, Interpella il ginecologo che spiega "sono normali perdite molto probabili in inizio di menopausa ed i dolori non sono di causa ginecologica",comincia ad accusare anche reflusso gastroesofageo ed insieme ai farmaci del caso le viene prescritta anche una gastroscopia, fatta poi in anestesia, che evidenzia ernia iatale.
In attesa della RMN il medico curante prescrive farmaci per i dolori addominali e antiacidi per lo stomaco.
Arrivati ai primi di dicembre abbiamo i risultati della RMN che non evidenzia patologia tumorale al cervello, i miei genitori tirano un grande sospiro di sollievo,ma i dolori addominali aumentano di intensità, mia mamma torna dal gine con i risultati della risonanza il quale sentenzia ""Anna tranquilla non c'è niente, ripetiamo le analisi del sangue e se poi i risultati non sono nella norma ti prescrivo degli ormoni per farti tornare le mestruazioni", alle rimostranze di lei a riguardo i dolori addominali e a un certo gonfiore della pancia Le dice, rivolgiti al medico di famiglia e sentenzia nuovamente "è inutile che tu vieni da me per questi dolori, le cause sono sicuramente da addebitarsi al colon, secondo me dovresti fare una colonscopia, naturalmente prescritta subito dal medico.
Per una volta siamo lieti dei tempi lunghi in sanità,cosi almeno questa ulteriore cosa è stata evitata.
La mamma continua ad accusare forti dolori addominali e a questo punto il medico di famiglia comincia a nutrire dubbi sulle cause e dice "non vorrei che il ginecologo non abbia visto bene e ci sia QUALCOSA all'utero,Ti mando da un collega ginecologo Specializzato in oncologia ginecologica e vediamo"

La Scoperta

Il venerdì 17 dicembre la mamma va dal nuovo ginecologo che alla vista della copiosa cartella dice "signora ma cosa Ha?" e lei risponde di avere speso 500 euro e di non averlo scoperto ancora.
Il gine provvede ad ecografia e appena iniziato si ammutolisce, al che in quei secondi lunghissimi mia madre si sente morire, poi chiede se vuole sapere la causa di tutto ciò e apre il volume dell' ecografo, li c'ero io lunga 18 cm a 16 sett. di gestazione .

Finito un incubo ne comincia un altro

Signora deve decidere cosa fare entro lunedì , SE VA AVANTI Ha già perso un sacco di analisi ,deve fare l'amniocentesi , dobbiamo valutare se le cure fatte sono state nocive per il feto (medicine varie, liquido di contrasto radioattivo, rx, anestesia) .
Mio padre interpella il medico di famiglia il quale sconsiglia vivamente il proseguimento della gravidanza, ai dubbi di lui gli dice "Enrico , Anna ha preso di tutto e molti farmaci sono altamente sconsigliati in gravidanza, poi i raggi x,poi il liquido di contrasto nessuno sa cosa può comportare per il feto, avete già due figli di 20e21 anni no non potete andare avanti".

I miei sono sconvolti da un milione di sensazioni e paure sono 2 giorni durissimi.
Lunedì 20 dicembre parlano con il nuovo gine che è un po' più possibilista, anche se dice che nessuno può darci garanzie sul fatto che il feto non abbia subito danni e che bisogna decidere subito sul da farsi perchè siamo fuori tempo massimo .Papà e mamma decidono di provarci, hanno visto il mio cuoricino battere e tra mille paure e un milione di dubbi questo gli basta.
Una settimana dopo mia mamma mi sente muovere per la prima volta e questo la rincuora, l' 8 gennaio arriva il risultato dell'amniocentesi ,nessun problema riscontrato e sono femmina. VAIIIIII.

IL 10 genn. sono sparita mia mamma non mi sente più, chiama il gine lui la tranquillizza ma le da appuntamento per la mattina dopo in ospedale a Grosseto.

Nuova eco e la brutta sorpresa non c'è più liquido amniotico,si è creato un ematoma sottocuriale (in pratica una sacca) ed il liquido è finito tutto li .
Il dott. a malincuore dice che purtroppo per me ci sono pochissime speranze e dispone il ricovero immediato per ulteriori accertamenti,

Viene chiesto un consulto all'osp. di Careggi FI , ed il giorno 15 gennaio mia madre viene trasferita a Firenze. All'arrivo nuova eco ed il referto parla di due ematomi sottocoriali che mi stanno schiacciando, alla richiesta di mio padre sulle eventuali possibilità viene risposto che la situazione è disperata e che l'unica possibilità è provare a fare una AMNIOINFUSIONE, (una amniocentesi al rovescio), è molto rischiosa per il feto ma non si può fare altro e viene comunicato anche che se riesce non ci sono garanzie sul proseguimento della gravidanza e mia mamma sarebbe dovuta rimanere in osp a Firenze fino alla fine.

Mio papà lascia il lavoro per seguire mamma ,che è molto giù, (anche se lui non è messo meglio,ma tanto non riuscirebbe a lavorare con mamma in quello stato e ricoverata a più di 200 km) .

Viene fatta questa amnioinfusione, sulla quale avevano riposto le ultime speranze, ma non riesce, il liquido immesso invece di rimanere nel sacco dove sono io per mezzo di una fistola di collegamento finisce ad alimentare i due ematomi sottocoriali, con il risultato che io vengo pressata ancora di più.
Il referto della dottoressa che ha tentato l'amniocentesi parla di pochissime possibilità di proseguimento della gravidanza e spiega ai miei che se anche la gestazione arrivasse alla 27esima o alla 29esima alla nascita sarei immediatamente morta perchè il perdurare di OLIGOAMNIOS (liquido amniotico molto scarso) non avrebbe permesso lo sviluppo dei miei polmoni. Non viene praticata terapia antibiotica da fare dopo l'amnioinfusione perchè ritenuta inutile in una gravidanza senza speranze.

Il ritorno a Grosseto

Il giorno successivo mio padre Sconvolto chiede e ottiene di riportare la mamma a Grosseto per un eventuale intervento che ponga fine alla gravidanza e a ME.
Arrivati, i medici illustrano la situazione che prevede il cesareo, (avendone fatti altri due per i miei fratelli), per fare l'interruzione alla 24esima settimana per gravidanza ad alto rischio patologico per il feto e per la madre.
Qui Scatta lo spirito di protezione di mia mamma nei miei confronti subito condiviso dal mio papà e dicono ai medici di avere grossi dubbi sull'interruzione, a questo punto valutata nuovamente con una eco la situazione essi dicono che per le loro conoscenze non ci sono speranze, ma se vogliamo provarci ci daranno tutto il sostegno possibile. Nelle 3 settimane che seguono i miei genitori scoprono di avere a che fare con dei medici e delle infermiere ECCEZIONALI che hanno assecondato ogni loro richiesta di eco e di analisi e hanno dimostrato una vicinanza nei loro confronti, (oramai al limite di sopportazione), che li ha aiutati nel momento peggiore a superare tutto quanto compresa l'embolia polmonare che ha colpito la mamma alla 25esima settimana.

26 settimane il miracolo viene fatta l'ennesima eco e ci sono i liquidi HO ROTTO il sacco che conteneva l'ematoma sottocoriale (cosa giudicata impossibile dai medici) e per la prima volta riescono a vedermi in modo decente e controllare i vari parametri, tutto andava bene, tra loro gioia e incredulità sentenziano "IL PEGGIO è PASSATO L'OBBIETTIVO NON SONO PIù LE 27 SETTIMANE MA LE 32 O 34 E SE TUTTO PROCEDE TI MANDIAMO QUALCHE GIORNO A CASA", COSA CHE AVVIENE ALLA 27esima SETTIMANA .
Il terzo giorno che la mamma è a casa papà riprende il lavoro dopo 2 mesi e mezzo, tutto sembra volgere a un periodo di relativa tranquillità, ma dura poco la sera stessa io, dopo essere stata sempre immobile, trovandomi con tutto quel liquido amniotico decido di scatenarmi e a forza di muovermi ROMPO LE MEMBRANE e rimango a secco, immediato ricovero a Grosseto e trasferimento a Firenze,centro di terzo livello con presente una T.I.N.
Seguono tre settimane da incubo per i miei, il rapporto con i medici di ostetricia non era lo stesso che a Grosseto purtroppo, e tra attese inutili e informazioni date dai medici molto discordanti tra loro si avvicina l'intervento che a detta di tutti doveva essere programmato in quanto per la situazione di mia madre (placenta accreta centrale,cesari precedenti e terapia anticoagulante in corso,) presentava alti rischi anche di vita.
Mio padre faceva continue pressioni per far eseguire il cesareo prima possibile, dato che oramai io ero in anidramnios da diversi giorni e finalmente lo ascoltano, viene fissato per il 23 marzo, il 21 devono sospendere la terapia anticoagulante ma per un errore le viene praticata fino il 22 mattina.

La Nascita

Il 22 pomeriggio la situazione si aggrava le mie funzioni vitali precipitano, viene disposto l'intervento di urgenza, i medici di turno in sala op. sono di un altro reparto non conoscono minimamente il caso e devono telefonare al medico di ostetricia a casa per avere ragguagli, mio padre che si è documentato su tutte le possibili conseguenze si raccomanda di non sottovalutare la cosa , in considerazione che è un intervento, per le patologie in essere, ad alto rischio di emorragia massiva e che si sono dimenticati di sop. la terapia anticoagulante, viene trattato come un marito troppo apprensivo.

Mamma alle 19.45 entra in sala operatoria, alle 20.45 inizia il cesareo alle 21.00 nasco io, incredibile respiro da sola alla faccia di chi diceva che non sarei sopravvissuta alla nascita Il mio papà mi vede passare nel corridoio e tra le lacrime grida respira da sola respira da sola poi sparisco dietro la porta della T.I.N.


Inizia il calvario per la mamma, purtroppo le paure di babbo erano fondate, i chirurghi chiedono l'intervento del primario non riescono a fermare l'emorragia e in attesa del suo arrivo da casa cominciano a trasfondere sangue e plasma, il primario decide di asportare la placenta chirurgicamente perchè adesa e vascolarizzata con l'utero, la mamma va in arresto respiratorio e viene rianimata , chiusa la pancia alle 23.45 il primario chiama papà e spiega che ci sono state delle complicazioni e che lo avrebbe fatto entrare. Papà entra e viene chiamato dall'anestesista e gli chiede di cercare di mantenere sveglia la mamma aggiungendo che se non si fermava l'emorragia avrebbero provato a "riaprirla" per provare a fare qualcosa. Alle 06.00 dopo dodici sacche di sangue e plasma trasfuso la pressione inizia un pochino a salire alle 06.30 la massima è a 105 e i dottori si rilassano un po', alle 10.30 l'intervento è da considerarsi finito.
La mamma passa altri 2 giorni in pericolo, poi migliora, il babbo, come si dice noi in Toscana, è sfinito ma felice, lui mi ha visto e ha passato il tempo disponibile all'interno della TIN sempre a parlarmi,come faceva anche prima che nascessi, Io sto abbastanza bene (compatibilmente con la mia situazione difficile in pancia).

Sono rimasta fino al 15 di aprile,tra tin e sub, a Firenze in mezzo a medici e sopratutto infermiere eccezionali alle quali saremo sempre grati per l'AMORE che mettono pur tra mille problemi nel loro lavoro, poi sono stata trasferita in patologia neonatale all' Ospedale di Grosseto dove mi hanno accudito dei medici ed infermiere altrettanto bravi, il 10 giugno sono stata dimessa:

Pur se affetta da clebsiella, (un batterio resistente agli antibiotici fatti per tre mesi), da broncodisplasia polmonare, e non ho mai fame, sto abbastanza bene e sono arrivata dai miei 910 gr. di peso minimo raggiunto a gr. 4610 il 15 di ottobre .


Ora vi saluto a Tutti e lottiamo sempre come noi prematuri sappiamo fare, CIAO da ALICE.

pubblicato il 9 dicembre 2005