Quando io e Roby ci siamo sposati pensavamo ad una
famiglia con tre bimbi, entrambi li amiamo molto.
Poi è arrivato Emmanuele, tra le 24 e le 25 settimane di gestazione,
complicazioni a non finire, sei mesi di ricovero e un ritardo psico-motorio
che rendeva molto incerto il futuro (vedi la
nostra storia)
All'inizio la sola idea di una nuova gravidanza mi faceva tremare, ma
mentre Manuele cresceva vedevo i neonati delle mie amiche, scoprivo
che come genitori non eravamo poi così male, e avevamo così
tanto amore da donare ad un bambino... Manu intanto migliorava oltre
le previsioni dei medici, seppure con i suoi tempi: a 13 mesi stava
seduto da solo, a 16 gattonava e a 20 camminava, pur permanendo un leggero
ritardo neurologico.
Io diventavo impaziente, non volevo che ci fosse troppa distanza tra
i due, così ho chiesto in neonatologia di indicarmi una ginecologa
specializzata in gravidanze a rischio, che fosse anche molto comprensiva
e sensibile. Loro mi hanno indirizzata dalla responsabile del centro
di gravidanze a rischio dell'ospedale, e ho fatto un primo colloquio
con lei, trovandomi veramente bene. Nel mio caso si poteva ipotizzare
una incompetenza cervicale, quindi avrei dovuto fare un cerchiaggio
e restare a riposo durante la gravidanza. Ho poi contattato la psicologa
che ci seguiva per Manuele, e mi ha assicurato che mi avrebbe sostenuta
anche durante la gravidanza. Vedevo le difficoltà che ci aspettavano,
ma la voglia di un altro bambino era così forte da andare al
di là di ogni paura ed indecisione.
Lo scoglio principale è stato convincere mio marito, che era
terrorizzato all'idea di ripetere tutto di nuovo e magari stavolta perdere
me o il bambino, quando in fondo avevamo già Emmanuele. Ma ero
così determinata che non ho faticato neanche tanto a convincerlo.
I dubbi c'erano comunque e ciò che mi angosciava maggiormente
era la sensazione di essere una grande egoista a desiderare un altro
bimbo, il pensiero di esporlo a tanti rischi. Mi chiedevo anche come
avremmo fatto se le cose fossero andate male anche stavolta, non c'era
solo la possibilità che nostro figlio non sopravvivesse, ma anche
che riportasse gravi handicap, un bimbo speciale richiede tante attenzioni
e io avevo già Manuele... E cosa avrebbe detto lui? La psicologa
mi ripeteva che un fratellino sarebbe stata una cosa meravigliosa anche
per lui, ma voleva dire dividere attenzioni e tempo...
Dopo pochi mesi sono rimasta incinta, e le reazioni di parenti ed amici
non sono state per nulla incoraggianti, anche se col tempo sono migliorate.
La gravidanza non è stata facile. Ero seguita molto bene, e questo
mi tranquillizzava. Ho fatto il cerchiaggio a 14 settimane (odio essere
ricoverata) e ho trascorso la gravidanza a riposo a letto. Con Manuele
la ginecologa che avevo allora (un cane) non aveva colto che qualcosa
non andava, pur essendoci vari sintomi, e stavolta ho preferito non
rischiare restando a riposo.
Non è stato facile passare cinque mesi e mezzo chiusa in casa
(ci eravamo anche trasferiti dai miei genitori, perché da sola
non riuscivo a seguire Manu) e ho avuto un paio di grossi spaventi,
come delle piccole perdite a 25 settimane, un incubo risoltosi fortunatamente
senza strascichi. Mi è stato molto utile essere in contatto con
altre future mamme che avevano più o meno la mia stessa dpp,
e con genitori incontrati sul forum.
Sorrido ancora pensando che era un po' come fare il servizio di leva,
cancellavo ogni giorno che passava sul calendario facendo il conto a
rovescio, a 28 settimane ho tirato un sospiro di sollievo e a 32 ho
proprio festeggiato con una torta. Non ho comprato assolutamente nulla
per Francesco fino a 4 giorni dal parto, ma a 33 settimane ho ricamato
i sacchettini delle bomboniere e preparato copertine all'uncinetto (e
Roberto mi guardava con certe facce, fosse per lui non avrei dovuto
preparare nulla fin dopo il parto). Ho imparato a ricamare, a lavorarare
all'uncinetto, ho letto moltissimo, pregato altrettanto, peccato solo
non aver avuto internet a disposizione.
E stavolta tutto è andato bene, parto alla 38+3, 3,380 kg.
Ho fatto un cesareo anche se forse avrei potuto tentare un vaginale,
ma proprio non me la sono sentita di rischiare neanche un po'(con Emmanuele
avevo avuto un parto vaginale da incubo, e lui aveva per questo riportato
vari danni).
Ho attaccato Francesco al seno direttamente in sala parto, e non mi
sembrava vero averlo con me fin da subito, dopo che avevo aspettato
due lunghi mesi prima di poter prendere in braccio Manu per la prima
volta.
Non è stato tutto facile, dopo una gravidanza tutto sommato serena
ho avuto una leggera depressione post-parto, legata per lo più
a problemi con l'allattamento, ma dopo tre mesi tutto si è risolto.
Il ritorno a casa in 4 è stato piuttosto caotico, sapevo che
il tempo libero si sarebbe ridotto, ma non mi aspettavo che sarebbe
invece scomparso del tutto.
Emmanuele ha accettato splendidamente l'arrivo di Francesco e non abbiamo
avuto problemi da questo punto di vista.
Ora Francesco ha un anno e mezzo, Manuele 4 anni. Si adorano, letteralmente,
e siamo molto contenti di aver osato. Con Francesco ho fatto pace con
tante cose, e la sua presenza giova molto anche ad Emmanuele. Non è
tutto rose e fiori, perché a volte è un gran rompiscatole,
e i due nanetti sembrano coalizzarsi contro di noi (e soprattutto non
ci fanno fare una notte di sonno intera da più di un anno!),
ma siamo contenti così.
Consigli?
-Fatevi seguire da una persona veramente competente, di cui potete fidarvi
e che sia in grado di supportarvi e incoraggiarvi anche psicologicamente.
-Createvi una rete di sostegno in gravidanza, altre future mamme o anche
questo forum, qualcuno insomma con cui dividere le ansie e le conquiste.
-Non concentratevi troppo su quanto può andare male e godetevi
ogni giorno che passa. Per un po' ho avuto paura di legarmi a questo
piccolo, poi ho capito che gli facevo un grande torto, aveva il diritto
di essere amato e coccolato fin da subito.