Tutto ebbe inizio a gennaio, io e mio marito scoprimmo
di aspettare un bimbo...che meraviglia...che gioia...era il nostro sogno
che stava diventando realtà...
Dopo una settimana iniziò il nostro peggior incubo: ero alla
sesta settimana di gravidanza ed ecco la prima emorragia: di corsa al
pronto soccorso:ci avvisarono che forse era una gravidanza extrauterina...poco
dopo scoprimmo che invece era tutto normale e che quindi avremmo avuto
un bimbo/a la gioia che si prova in questi momenti è indescrivibile
toccavamo il cielo con un dito... ben presto ricademmo nel buio: un'altra
emorragia e poi un'altra ancora e poi ancora finché mi ricoverarono
in attesa di aver un aborto spontaneo...disperazione totale non potevamo
crederci e non volevamo crederci!io continuavo a piangere non avrei
sopportato una perdita tale.
Il bimbo era forte, mi dissero che si stava attaccando alla vita con
le unghie, da quel giorno dovetti stare a letto fino al parto, mangiavo
da sdraiata…ero sempre a letto le giornate erano lunghissime ma il pensiero
del bimbo mi aiutava.
Fui presa in carico in un ospedale specializzato nelle patologie della
gravidanza, il San Gerardo di Monza, una meravigliosa equipe mi stava
sempre affianco, le ostetriche (più che ostetriche erano angeli)
non mi lasciavano mai sola durante le mie degenze.
Sono rimasta a letto circa 5 mesi e mediamente venivo ricoverata in
ospedale ogni 20 giorni per emorragie, fortunatamente ogni volta ci
dicevano che il bimbo era forte e molto determinato!
A sei mesi di gestazione., 28 sett, ecco l’ennesima
emorragia, questa volta molto più dolorosa: iniziavano le contrazioni.
Non potevo crederci… non poteva nascere 3 mesi prima…non doveva… si
temeva per la sua sopravvivenza…mi fecero di tutto per evitare il parto
ma dopo 53 ore di contrazioni Mattia (che significa dono di Dio) nacque!!!
Quando nasce un bimbo è una grande festa, gioia: parenti amici
fiori regali sorrisi… per noi no!
Per noi iniziò la tragedia niente sorrisi niente festa solo pianti,
ansie, disperazione.
Mattia fu portato di corsa in Terapia Intensiva Neonatale: ma cos’è?
non sapevamo nemmeno della sua esistenza nessuno ci aveva mai parlato
di queste cose!
Il primo impatto fu traumatico, lo vidi :980 gr, uno scricciolo con
mille tubi fili flebo…faceva impressione non era un bambino ma un feto,
un meraviglioso feto!
Ci dissero che non si poteva sapere se sarebbe sopravvissuto o meno…
entrammo così in un tunnel nero non si vedeva nemmeno una luce
e noi continuavamo a sbattere contro mille ostacoli… ma tutto ci sembrava
abbastanza sopportabile finché dopo pochi giorni Mattia iniziò
a non respirare più! Panico, paura, terrore, sgomento, angoscia
misti a un mio senso di colpa , tutti questi sentimenti erano devastanti…è
orribile! Nel viaggio casa-ospedale migliaia di volte ho pregato perché
non accadesse nulla a Mattia, patteggiavo con Dio, ero disposta a dare
la mia vita per lui.
Pochi giorni dopo il tunnel buio si vece sempre più piccolo,
pesante, opprimente, soffocante: ci dissero che Mattia era a rischio
di vita, forse dopo qualche ora non ci sarebbe più stato. Era
intubato in ventilazione meccanica ma i parametri vitali continuavano
a peggiorare…
Noi non potevamo toccarlo, potevamo soltanto sederci davanti a lui e
guardarlo, pregare e sperare.
Mattia non poteva più rimanere intubato, aveva superato i giorni
massimi, gli avrebbero fatto delle iniezioni come ultima speranza con
il rischio di emorragia celebrale…
Una mamma che vive tutto questo è disperata non vede via d’uscita
crede di impazzire… tutte le volte che i medici ci chiamavano nel loro
studio (bruttissimo segno!) io non capivo più quello che mi dicevano…non
riuscivo a sentire, sentivo parole, ma non capivo, ero come su un mondo
parallelo, per fortuna c’era mio marito e quando vedevo le lacrime ai
suoi occhi allora mi disperavo: capivo che la situazione era veramente
critica.
Eravamo sfiniti… una mattina, come tutte le mattine, arrivai da lui…mille
persone lo circondavano…vidi la sua neonatologa (una dottoressa eccezionale,
bravissima e umana! ) mi sorrise le lacrime iniziarono a scendere senza
controllo…era stubato e senza iniezioni…respirava a fatica, ma respirava!
La strada era ancora in salita, non era ancora fuori pericolo.
I monitor suonavano in continuazioni perché
le apnee erano frequenti e vedere le infermiere battergli sul cuore
per farlo riprendere era un dolore immenso. La notte dormivo pochissimo
perché il pensiero era sempre là! Lasciarlo la sera era
doloroso soprattutto quando lui ci guardava mentre ci allontanavamo.
Mattia era un microbo eppure capiva chi erano i suoi genitori quando
lo toccavamo si tranquillizzava.
Passammo in ospedale 83 giorni… con mille vicissitudini, ma dopo 83
giorni Mattia venne a casa tra gioia e ansia. Quel giorno vedemmo una
luce in fondo al tunnel e ora il sole spende intorno al nostro angelo
anche se qualche nuvola fa sempre capolino!
Non sappiamo ancora che danni riporterà e se ne riporterà,
ma siamo consapevoli della fortuna che abbiamo avuto. C’è stato
qualcosa al di là della medicina, si può chiamare voglia
di vivere, fortuna…noi lo chiamiamo Angelo Custode! Lo ringraziamo per
averci lasciato Mattia e ricordiamo tutti quegli Angeli ricoverati con
Mattia che sono tornati in cielo!
Ora abbiamo una consapevolezza della vita diversa!
I genitori con bambini prematuri gravi vivono un’esperienza
delicata e sconvolgente, nessuno può capirli…tutti gli dicono
“ma sì vedrai”…”per me ce la fa” queste frasi non fanno che ferire
i genitori…come fanno a sapere se il loro bimbo ce la farà se
nemmeno i dottori lo sanno?
Quando un mamma e un papà diventano tali c’è gioia nel
loro mondo, ma chi vive questa esperienza è distrutto, vive lontano
da tutti perché pochi capiscono.
Questi genitori non hanno un bimbo da portare in giro, da baciare, da
coccolare, da vestire…hanno un bimbo che lotta per vivere, chi non vive
questa esperienza non passa giorni a pregare perchè il suo bimbo
respiri, perché il cuore non si fermi, perché non abbia
emorragie, perché produca abbastanza sangue… Non sottovalutate
le parole che dite perché questi genitori è come se fossero
senza pelle e ogni granello di polvere li può far sanguinare,
loro non hanno protezioni, stanno male di un male che nessuno può
immaginare, questa testimonianza che vuol essere una perla di speranza,
una piccolissima luce nel tunnel…Mattia ora ha molti problemi ma c’è!
È bello e molto birbone!!!
pubblicata
il 21 gennaio 2008