Questa è la storia di Tabatha, nata per pre-eclampsia
a 29+4 settimane con un peso di 725 grammi.
Tutto è cominciato il 24 ottobre 2003. Durante il solito controllo
mensile, il mio ginecologo mi fa un’ecografia e mi congeda con un “per
quello che ho visto io va tutto bene”. Come al solito dopo qualche giorno
chiamo in studio per avere i risultati delle analisi del sangue, anche
qui un “tutto bene”. Non passano neanche 3 ore che vengo richiamata
dall’aiuto medico che mi dice che sarei dovuta tornare per le analisi
e per una nuova misurazione della pressione. Come mai visto che andava
tutto bene? Faccio la stessa domanda a chi di dovere e mi rispondono
di stare tranquilla, è solo perché vogliamo essere sicuri.
Ma sicuri di cosa? Non sono riuscita ad avere delle risposte concrete
ed ho cominciato ad informarmi da sola sui libri….gestosi con conseguente
parto prematuro. Devo ritornare dal medico per ulteriori analisi (ovviamente
solo per essere sicuri….), stupidamente non ho il coraggio di chiedere
direttamente se si tratta di gestosi e mi informo su un eventuale ricovero
in ospedale. “Non è detto, se proprio continua così rischi
di farti un paio di giorni, ti riportano i valori del sangue a posto
e torni a casa”. Tiro un sospiro di sollievo, pensavo peggio, in fondo
se me lo dicono loro…Continuo comunque a fare analisi un giorno sì
ed uno no fino a quando il 7 novembre mi fanno mettere un apparecchio
che controlla la pressione per 24 ore. Tre giorni dopo il mio medico
mi chiama in ufficio e mi dice che devo andare subito da un altro ginecologo
per un’ecografia. “Si rivesta e le spiego cosa c’è che non va”
mi dice la dottoressa. Non riesco a capire, non andava tutto bene? La
bimba pesa circa 750 grammi, non cresce più e devo essere ricoverata
al più presto. Abitiamo in Svizzera e mi dicono che purtroppo
in Ticino non esiste una struttura in grado di accogliere un bambino
di sole 29 settimane. Decidono di ricoverarmi in un ospedale della Svizzera
francese. Mi rimandano dal mio ginecologo che nel frattempo aveva già
organizzato il tutto e mi dice “Mi ero già accorto 20 giorni
fa che la bambina era troppo piccola e adesso non si può più
aspettare” (Io ripenso al solito va tutto bene).
Il giorno dopo sono in ospedale, piango tutto il giorno e nessuno mi
sa dire niente, devo solo aspettare, mi fanno le iniezione per i polmoni
della piccola ma non possono darmi la certezza che funzioni. La sera
dopo arriva un’infermiera che mi riferisce che per me c’era una camera
disponibile ma non avevano più incubatrici per la bimba, mi devono
trasferire, ma non sanno dove. Aspettano risposte da vari ospedali,
ma io sono stufa di aspettare, non ce la faccio più. Dopo un
paio d’ore mi trasferiscono e io mi chiedo se lì avranno ancora
posto per la mia bambina tra un paio di giorni o se devo continuare
a girare come una trottola. Passano ancora un paio di giorni tra monitoraggi
per il battito cardiaco della piccola, ecografie e iniezioni varie.
Il 17 novembre mi fanno un’ecografia il mattino e preoccupati dal fatto
che sono diversi giorni che non sento alcun movimento mi consigliano
di non bere e non mangiare niente, vogliono aspettare il monitoraggio
del pomeriggio ma credono che oramai il cesareo sia molto vicino. Non
sbagliavano. Il monitoraggio non convinceva, aveva un punteggio sotto
il 4, dunque non più accettabile e mi preparano per la sala operatoria.
Onestamente tiro un sospiro di sollievo, in modo egoistico penso che
io starò meglio e lei finalmente potrà mangiare e crescere.
Si comincia e dopo un po’ mi avvisano che stanno per tirarla fuori….la
sento piangere e questo mi rassicura un pochino, vedo una persona che
corre via con il mio “fagottino”. Arriva un’assistente che mi porta
un’istantanea di mia figlia, tutta sorridente mi fa le congratulazioni
e mi dice che va tutto bene. Voglio vederla e dopo avermi ricucita mi
portano con il letto nel reparto di neonatologia e mi mettono a fianco
dell’incubatrice. Pesa 725 grammi ed è lunga 32 cm. ma è
carinissima. I medici mi dicono che sta bene, ma che comunque i primi
3 giorni sono critici. La piccola Tabatha riceve l’ossigeno per 4 giorni
con il CPAP che continua a levarsi, mangia con una sonda (e si strappa
anche quella). Due giorni dopo riesco di nuovo a camminare (tipo mummia)
e vado da sola quando voglio a vedere la piccola, che posso già
tenere in braccio. In neonatologia mi dicono che la bambina sta bene
e che se voglio un paio di giorni posso tornare a casa, ma non me la
sento. Dopo neanche tre settimane, quando Tabatha pesava quasi 1 Kg
mi dicono che era arrivato il momento di trasferirla in un ospedale
in Ticino, vicino a casa. La piccola sta bene non ha bisogno di nessuna
cura particolare se non il 25% di ossigeno nell’incubatrice. L’infermiera
mi dice che è una piccola bambina grande. Finalmente il trasferimento
e il solito via vai da casa all’ospedale. Al 31 dicembre ci è
quasi preso un colpo quando siamo entrati nella sua camera e non abbiamo
più trovato l’incubatrice…l’avevano messa nel lettino come i
bimbi grandi e da lì non ha più avuto bisogno di ossigeno.
Eravamo convinti di doverla lasciare in ospedale fino a fine gennaio
(il termine) ed invece attorno al 10 gennaio ci dicono di prepararci
perché pensano di mandarla a casa entro breve. Cinque giorni
dopo (2,160 grammi, 41 cm.)era a casa con noi. Adesso a 6 ½ mesi
(4 corretti) Tabatha sta bene, pesa 5,5 kg ed è lunga 56 cm.
Due mesi fa ha dovuto essere operata per un’ernia inguinale ma da quel
momento non piange più come una pazza, mangia regolarmente e
per nostra fortuna dorme tutta la notte. La pediatra dice che lo sviluppo
per i suoi 4 mesi è giusto.
Ovviamente mi dispiace tantissimo di non essere riuscita a portare a
termine la gravidanza, di non avere avuto un parto naturale, di non
aver potuto mai allattare la mia piccola, ma sono convinta che quello
che Tabatha riesce a darmi sia molto più speciale e gratificante.
Un bacione a tutti,
Jennifer
pubblicato
il 07 giugno 2004