Storie di bimbi e genitori speciali che hanno scelto di offrire la loro esperienza a tutti voi.


Copyright © 2003

Davide
Francesco
Marzia Maria
Gabriele Eliseo
Tommaso
Maryam
Leonardo
Matteo Giuseppe
Angelo Neo Sathayu
Giorgia
Alfonso
Matilde
Tabatha
Aurora
Isabella e Azzurra
Alice
Elisabetta
Eufemia Maria Pia
Dada & Poppy
Francesca
Giorgia
Riccardo
Mattia
Lapo
Giuliano
Mattia
Riccardo
Valeria
Giorgia
Pietro
Nicola
Laura Azzurra Maria
Tommaso
Angelo
Linda
Margherita
Alessandro
Sabrina
Alessia
Giovanni e Giuseppe
 
Stefania
Chiara
Agnese
Vincenza





Tutto, almeno per me che sono il padre, cominciò un mercoledì mattina a Siracusa il 29 maggio 2001.
Infatti ero li per lavoro e non vedevo l’ora di tornare a casa da mia moglie, il pomeriggio avevamo l’appuntamento per fare la flussimetria.
Primo allarme, il bimbo è sottopeso, cosa che l’ultima volta non era emersa, ora pesa tra 1.100 / 1.300 kg contro un minimo di 1.400 kg previsti per quel periodo, 30 settimane precise. Torniamo a casa siamo un po’ preoccupati, però fiduciosi, tanto il giorno dopo abbiamo il controllo dal ginecologo. Appena il ns. medico vede mia moglie dice subito che c’è qualcosa che non va, pesandola vede che nell’ultimo mese ha preso circa 7 kg ed il bambino non è cresciuto, misuriamo la pressione la minima è a 130. Siamo in crisi il giorno dopo, dietro consiglio del ginecologo che ci dice di non perdere tempo prezioso corriamo in ospedale, Raffaella, mia moglie, sta sempre peggio, ogni ora le sue condizioni peggiorano il sabato decidono di farla partorire perché ha la gestosi. Ancora non realizzo, mi dico va bene il bimbo sarà piccolino ma tanto in una ventina di giorni lo portiamo a casa, chi ci aveva mai spiegato o parlato delle problematiche dei bimbi prematuri. Gabriele Eliseo nasce alle 18.12 di sabato 2 giugno 2001 all’ospedale Gemelli di Roma, dopo un ora di attesa ci dicono che mia moglie sta bene e che da li a pochi minuti il nostro bimbo uscirà dalla sala operatoria. Esce un incubatrice con tre dottori che la spingono verso il centro di terapia intensiva neonatale (una sigla che rimarrà scolpita nella mia mente come nella mente di tutti noi T.I.N.) con una certa fretta, anzi direi di corsa, chiedo come sta ?!! Mi rispondono solo di non preoccuparmi ma intanto corrono sempre più in fretta e io dietro, passiamo davanti le stanze delle mamme e dei bimbi, che ringraziando il signore non hanno problemi guardati come extraterrestri , sempre di corsa, forse in tutto uno o due minuti, 40 secondi, non lo so, ricordando quei momenti li rivedo a rallentatore. Arriviamo, finalmente si apre una porta all’interno della quale il nostro bimbo sparisce. Tutto quello che ho visto è una testina nera, rotonda, piccolina. Le prime trentasei ore saranno per noi tremende, il piccolo Gabry non riesce a respirare autonomamente quando lo vedo per la prima volta è già intubato, mi dicono che non reagisce, mi dicono di toccarlo, è così piccolo, indifeso, solo.
Con il dito gli tocco la sua manina che piano, piano, stringe il mio dito, ed ho capito in quel momento, come ha scritto qualcuno di cui non ricordo il nome, “che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno per la prima volta, il dito si suo padre, lo tiene stretto per sempre”.
Per me è bellissimo è il nostro bimbo, è il mio bimbo.
La sera verso le 2.30 di notte aspetto davanti al TIN, mia moglie oramai è fuori pericolo, parlo con il dottore di turno, con il quale poi ho avuto sempre un ottimo rapporto, il quale forse con troppa chiarezza e forse troppa prudenza, mi spiega in un quarto d’ora la realtà che ho di fronte, una realtà che mai avevo immaginato potesse esistere una realtà che mi arriva in faccia come un pugno inatteso, concludendo il tutto dicendomi, che alla luce dei fatti della sera, (ossigeno tra il 70 - 90% dopo una prima dose di solfattante) nostro figlio ha solo il 50 % di possibilità di farcela.
Da li in avanti la situazione migliorerà piano, piano, passando tra infezioni (per fortuna leggere) e varie crisi respiratorie. In tutto 50 giorni, usciamo dall’ospedale il 21 luglio 2003 a 2.230 kg.
Uno pensa è tutto finito il peggio è passato, si in un certo senso è così, però inizia un’altra battaglia quella della crescita, certi giorni Gabriele non arrivava a 100 gr di latte, tra rigurgiti e altri 10 gg di ospedale per accertamenti, crisi familiari tra me e mia moglie varie….. ma alla fine c’è l’abbiamo fatta e rivedendo il tutto oggi sembra un film.

Gabriele Eliseo oggi è un bimbo bellissimo ha cominciato a parlare presto, dice Forza Roma, strilla goal ed ha un sinistro niente male (tutto questo per l’orgoglio del padre), dice ti voglio bene, ti amo, tira baci e ama Winnie the Pooh e Pimpi e Tigrò (tutto questo per l’orgoglio della mamma). E’ stata dura, ma vederlo crescere (se pur lentamente oggi pesa 10.500 kg ed alto 86 cm a 2 anni e 4 mesi) ti fa dimenticare tutto quello che hai passato insieme a tua moglie, ed è meraviglioso.
Ho voluto scrivere queste righe per condividerle con voi, e mettere nero su bianco quello che ho provato nelle prime 48 ore, quelle ore nelle quali sei da solo, perché la tua compagna ha già combattuto la sua battaglia, anche lei da sola, e te dopo, devi trovare il modo, la maggior parte delle volte, di “mentirgli” sulle condizioni del bimbo, nella maniera meno indolore possibile, raccontando e non raccontando quello che sta succedendo al bimbo, per poi stargli il più possibile vicino il primo momento che lo vedrà. E’ stata un’altra esperienza per me forte vedere una mamma, la tua compagna, incontrare suo figlio in quel modo, sono cose che forse rimarranno dentro di noi per sempre.
Ma poi ci sono loro i ns. cuccioli, che il Signore ha voluto lasciarci, sono loro la ns. forza la ns. vita. Mentre scrivo queste righe il mio pensiero vola a tutti quei bimbi e ai loro genitori, che non c’è l’hanno fatta. Adesso sono degli ANGELI, che vegliano su tutti i bambini e vi prego quando mettiamo a letto i ns. cuccioli e gli diamo una carezza pensiamo solo per un secondo anche a loro………..

Francesco

pubblicato l' 8 ottobre 2003