Tutto, almeno per me che sono il padre, cominciò
un mercoledì mattina a Siracusa il 29 maggio 2001.
Infatti ero li per lavoro e non vedevo lora di tornare a casa
da mia moglie, il pomeriggio avevamo lappuntamento per fare
la flussimetria.
Primo allarme, il bimbo è sottopeso, cosa che lultima
volta non era emersa, ora pesa tra 1.100 / 1.300 kg contro un minimo
di 1.400 kg previsti per quel periodo, 30 settimane precise. Torniamo
a casa siamo un po preoccupati, però fiduciosi, tanto
il giorno dopo abbiamo il controllo dal ginecologo. Appena il ns.
medico vede mia moglie dice subito che cè qualcosa che
non va, pesandola vede che nellultimo mese ha preso circa 7
kg ed il bambino non è cresciuto, misuriamo la pressione la
minima è a 130. Siamo in crisi il giorno dopo, dietro consiglio
del ginecologo che ci dice di non perdere tempo prezioso corriamo
in ospedale, Raffaella, mia moglie, sta sempre peggio, ogni ora le
sue condizioni peggiorano il sabato decidono di farla partorire perché
ha la gestosi. Ancora non realizzo, mi dico va bene il bimbo sarà
piccolino ma tanto in una ventina di giorni lo portiamo a casa, chi
ci aveva mai spiegato o parlato delle problematiche dei bimbi prematuri.
Gabriele Eliseo nasce alle 18.12 di sabato 2 giugno 2001 allospedale
Gemelli di Roma, dopo un ora di attesa ci dicono che mia moglie sta
bene e che da li a pochi minuti il nostro bimbo uscirà dalla
sala operatoria. Esce un incubatrice con tre dottori che la spingono
verso il centro di terapia intensiva neonatale (una sigla che rimarrà
scolpita nella mia mente come nella mente di tutti noi T.I.N.) con
una certa fretta, anzi direi di corsa, chiedo come sta ?!! Mi rispondono
solo di non preoccuparmi ma intanto corrono sempre più in fretta
e io dietro, passiamo davanti le stanze delle mamme e dei bimbi, che
ringraziando il signore non hanno problemi guardati come extraterrestri
, sempre di corsa, forse in tutto uno o due minuti, 40 secondi, non
lo so, ricordando quei momenti li rivedo a rallentatore. Arriviamo,
finalmente si apre una porta allinterno della quale il nostro
bimbo sparisce. Tutto quello che ho visto è una testina nera,
rotonda, piccolina. Le prime trentasei ore saranno per noi tremende,
il piccolo Gabry non riesce a respirare autonomamente quando lo vedo
per la prima volta è già intubato, mi dicono che non
reagisce, mi dicono di toccarlo, è così piccolo, indifeso,
solo.
Con il dito gli tocco la sua manina che piano, piano, stringe il mio
dito, ed ho capito in quel momento, come ha scritto qualcuno di cui
non ricordo il nome, che quando un neonato stringe con il suo
piccolo pugno per la prima volta, il dito si suo padre, lo tiene stretto
per sempre.
Per me è bellissimo è il nostro bimbo, è il mio
bimbo.
La sera verso le 2.30 di notte aspetto davanti al TIN, mia moglie
oramai è fuori pericolo, parlo con il dottore di turno, con
il quale poi ho avuto sempre un ottimo rapporto, il quale forse con
troppa chiarezza e forse troppa prudenza, mi spiega in un quarto dora
la realtà che ho di fronte, una realtà che mai avevo
immaginato potesse esistere una realtà che mi arriva in faccia
come un pugno inatteso, concludendo il tutto dicendomi, che alla luce
dei fatti della sera, (ossigeno tra il 70 - 90% dopo una prima dose
di solfattante) nostro figlio ha solo il 50 % di possibilità
di farcela.
Da li in avanti la situazione migliorerà piano, piano, passando
tra infezioni (per fortuna leggere) e varie crisi respiratorie. In
tutto 50 giorni, usciamo dallospedale il 21 luglio 2003 a 2.230
kg.
Uno pensa è tutto finito il peggio è passato, si in
un certo senso è così, però inizia unaltra
battaglia quella della crescita, certi giorni Gabriele non arrivava
a 100 gr di latte, tra rigurgiti e altri 10 gg di ospedale per accertamenti,
crisi familiari tra me e mia moglie varie
.. ma alla fine cè
labbiamo fatta e rivedendo il tutto oggi sembra un film.
Gabriele
Eliseo oggi è un bimbo bellissimo ha cominciato a parlare presto,
dice Forza Roma, strilla goal ed ha un sinistro niente male (tutto
questo per lorgoglio del padre), dice ti voglio bene, ti amo,
tira baci e ama Winnie the Pooh e Pimpi e Tigrò (tutto questo
per lorgoglio della mamma). E stata dura, ma vederlo crescere
(se pur lentamente oggi pesa 10.500 kg ed alto 86 cm a 2 anni e 4
mesi) ti fa dimenticare tutto quello che hai passato insieme a tua
moglie, ed è meraviglioso.
Ho voluto scrivere queste righe per condividerle con voi, e mettere
nero su bianco quello che ho provato nelle prime 48 ore, quelle ore
nelle quali sei da solo, perché la tua compagna ha già
combattuto la sua battaglia, anche lei da sola, e te dopo, devi trovare
il modo, la maggior parte delle volte, di mentirgli sulle
condizioni del bimbo, nella maniera meno indolore possibile, raccontando
e non raccontando quello che sta succedendo al bimbo, per poi stargli
il più possibile vicino il primo momento che lo vedrà.
E stata unaltra esperienza per me forte vedere una mamma,
la tua compagna, incontrare suo figlio in quel modo, sono cose che
forse rimarranno dentro di noi per sempre.
Ma poi ci sono loro i ns. cuccioli, che il Signore ha voluto lasciarci,
sono loro la ns. forza la ns. vita. Mentre scrivo queste righe il
mio pensiero vola a tutti quei bimbi e ai loro genitori, che non cè
lhanno fatta. Adesso sono degli ANGELI, che vegliano su tutti
i bambini e vi prego quando mettiamo a letto i ns. cuccioli e gli
diamo una carezza pensiamo solo per un secondo anche a loro
..
Francesco
pubblicato
l' 8 ottobre 2003