Tutto
inizia la sera del 15 luglio 2005 con quella che doveva essere una visita
ginecologica di routine alla 28ma settimana di gravidanza, anche se
il sospetto che qualcosa non andasse bene l'avevo già. Avevo
ritirato 3gg prima gli esami del sangue e le piastrine erano parecchio
basse, i valori dell'emocromo un pò sballati e l'ecografia che
avevo fatto la settimana prima privatamente (il mio ginecologo non le
esegue in studio) aveva riscontrato una flessione della curva di crescita
della mia bimba di circa 1 settimana anche se l'ecografista stesso mi
aveva detto che poteva essere normale e che la bambina era solo piccola
ma proporzionata e gli organi erano a posto (la nascita della bambina
era prevista per il 5/10/2005).
Nella
visita ginecologica invece anche la pancia risulta + piccola di quello
che dovrebbe essere, le caviglie sono gonfie e la pressione è
alta (100/130), c'è più che il sospetto di una gestosi,
così il ginecologo decide il ricovero per accertamenti la sera
stessa. A parte lo sgomento per la velocità con cui precipitano
gli eventi, cerco di restare lucida perchè devo in qualche modo
riorganizzare o progetti della famiglia visto che la mia prima bimba
Beatrice di 3 anni doveva partire la sera stessa per la montagna dove
l'aspettano i nonni, accomagnata da me e mio marito. Si decide di rimandare
la partenza al giorno dopo solo con il papà e io inizio la mia
degenza in ospedale che durerà poi 3 settimane in due diversi
ospedali.
Così
mi ricoverano all'Ospedale di Merate (LC), la routine è sempre
quella: esami del sangue e dell'urina tutti i gg, pressione ogni 6h,
monitoraggi 2 volte al g, fanno le punture di cortisone per accelerare
la crescita dei polmoni e tutto sembra tranquillo per la bambina, un
pò meno per me perchè i valori dei miei esami sono un
pò ballerini!
Si prosegue così, un pò dentro e un pò fuori dell'ospedale
fino alla prima settimana di agosto quando sarei dovuta tornare il 5/8
per ricoverarmi definitivamente fino a fine gravidanza (o per lo meno
quanto più in là si sarebbe potuti arrivare). Provandomi
la pressione invece il giorno 4 vedo che è già alta dal
mattino (110/140)e corro in ospedale dove fanno gli esami che risultano
sempre instabili, l'ecografia di controllo conferma la flessione della
curva di crecita e si decide per un trasferimento all'ospedale di Lecco
il pomeriggio stesso perchè all'ospedale di Merate non hanno
un reparto di patologia neonatale. A questo punto è chiaro che
non si potrà andare avanti molto.
Gli
eventi precipitano ulteriormente, i valori delle transaminasi salgono,
la pressione ormai non si tiene più sotto controllo nemmeno con
le pastiglie, l'emocromo peggiora, le piastrine anche e anche se i monitoraggi
e le ecografie fatte davano la bambina in buone condizioni, il giorno
seguente il medico mi spiega che è meglio a questo punto procedere
con un cesareo e far nascere la bambina perchè c'è il
rischio parecchio elevato di un distacco della placenta, inutile quindi
correre il rischio di causare danni alla bimba per farla nascere con
qualche etto in più.
Anche se ormai erano settimane che vivevo in ospedale con la spada di
damocle del cesareo, sentirselo dire è proprio tutta un'altra
cosa! Dover familiarizzare in poche ore con il fatto di avere una figlia
prematura, con tutti i rischi che questa situazione comporta e con l'ignoto
di come sarà lei, di come starà, di come sarà fatta
e di quello che le faranno, per una madre è davvero un'esperienza
pesante, un'esperienza di quelle che restano dentro.
Vedere la tua vita stravolta in qualche settimana quando la gravidanza
era proseguita bene fino alla 28ma, tranquilla e la prima gravidanza
non avevo avuto problemi, nessuno (e la mia prima bimba era nata anche
3 giorni dopo il termine) è davvero destabilizzante.
Così alle 16.15 del 05 agosto nasce Elisabetta e pesa 1.360gr.
Io non la vedo subito perchè l'anestesia epidurale non prende
e devo fare la totale per effettuare l'intervento ma quando mi sveglio
mi dicono che tutto è andato bene, che la mia bambina sta bene,
ha pianto, ha fatto la pipì, non ha avuto bisogno di essere intubata
e le hanno dato solo un pò di ossigeno in incubatrice. Il punteggio
APGAR è quasi incredibile per la sua prematurità: 9 a
I e 9 a V...ma non è di grande consolazione quando sai che la
tua bimba non sarebbe dovuta nascere così presto e che non hai
avuto modo di evitarlo.
Mio
marito la segue in neonatologia, fa un paio di foto con il cellulare
e me la fa vedere, è una ranetta...non ci sono altri modi per
descriverla...ma a differenza di quel che credevo non mi fa tanta impressione.
Forse perchè mi ero già preparata al peggio, a vederla
intubata, molto più piccola, con qualche flebo...invace tutto
si presenta più tranquillo di quello che io stessa immagino.
Elisabetta durante la sua degenza in patologia non è mai stata
intubata, non ha mai avuto infezioni, quindi non ha mai avuto bisogno
di flebo nè trasfuzioni e ha mangiato da subito senza problemi
il latte artificiale, prima con l'aiuto di un sondino naso-gastrico
che ha tenuto fisso per 4 giorni, poi ogni 3ore sempre con il sondino
per bocca, poi con il sondino alternato al biberon e infine facendo
solo pasti con il biberon.
Abbiamo aspettato che crescesse, etto dopo etto, giorno dopo giorno,
abbiamo pregato che non subentrassero problemi, abbiamo vissuto l'esperienza
bellissima di vedere nostra figlia crescere sotto i nostri occhi anzichè
nella pancia, abbiamo fatto la marsupio terapia per un mese, avanti
e indietro dall'ospedale e alla fine l'abbiamo portata a casa!
E'stata una bambina bravissima, e decisamente molto fortunata.
Elisabetta è stata dimessa il 10 settembre con un peso di 2.160gr
e un follow-up previsto nei mesi seguenti davvero molto tranquillo non
avendo avuto particolari problemi dalla nascita.
Mentre scrivo questo racconto è il 31 ottobre 2005 e Elisabetta
pesa 4kg, mangia regolarmente, inizia a sorridere, come una bambina
nata a termine per la data prevista.
Il
reaprto di Patologia Neonatale è un reparto che "conoscono"
solo poche mamme, per fortuna...è un mondo a parte, un mondo
sconosciuto ma che ti tira dentro emotivamente già dalla prima
volta che ci metti piede.
All'ospdale di Lecco ho conosciuto tutti medici bravissimi, davvero
competenti e preparati e delle infermiere gentilissime che sono come
delle "zie" per questi bimbi che hanno bisogno di un'assistenza
continua giorno e notte.
Per un genitore è una sensazione strana doversi mettere un camice
e lavare le mani tutte le volte che va a trovare suo figlio, vederlo
nell'inbubatrice e poterlo toccare solo infilandoci le mani, lasciarlo
lì alla sera senza sapere cosa succederà la notte e tornare
il giorno dopo con il pensiero di sapere come sta, un pensiero che ti
porta a curiosare dai vetri della porta del reparto mentre ancora hai
le mani insaponate...è difficile...è difficile soprattutto
accettare che siano altre persone, per qunto brave e carine, ad occuparsi
di tua figlia e non tu che sei la mamma...sapere alla sera di doverla
salutare e tornare a casa lasciandola lì anche se è l'ultima
cosa al mondo che vorresti fare e l'unica persona a cui vorresti stare
vicina 24 ore al giorno...almeno io è così ho vissuto
i 35gg che Elisabetta ha trascorso in questo reparto.
Ho
voluto raccontare la storia di Elisabetta perchè nei pochi giorni
che facevo a casa tra un ricovero e l'altro ho letto io per prima le
storie scritte in questo sito, per sapere cosa mi sarei dovuta aspettare
dalla nascita di una bambina prematura, e questo mi ha aiutato tantissimo
a prendere coscienza e a cercare di concretizzare tutto quello che mi
stava succedendo.
Così adesso che ci sono passata, vorrei un pò tranquillizzare
altre mamme che dovessero passare di qui a leggere, dicendo che la strada
è di certo in salita ma i bimbi prematuri sono talmente forti
che trasemttono ai loro genitori il coraggio di guardare avanti un giorno
dopo l'altro, dopo l'altro, dopo l'altro...
pubblicato
il 9 dicembre 2005