In una gravidanza fisiologica il parto avviene tra
la 38° e la 42° settimana di gestazione. Si definisce “prematuro” o
“pretermine” un bambino nato dopo un periodo di gestazione inferiore
alle 37 settimane. L’adattamento alla vita extrauterina è la principale
sfida che questi neonati devono affrontare. Durante la gestazione ossigeno
e cibo sono forniti dalla placenta, e non è necessario respirare o digerire;
la temperatura è sempre confortevole e costante, non si sentono gli
effetti della forza di gravità e il bimbo è cullato dal ritmo delle
attività materne. I suoi organi sensoriali, sebbene in parte già formati,
non sono sottoposti a sollecitazioni dirette come suoni, luci o contatti,
gli anticorpi della madre lo proteggono e passeranno a lui nelle ultime
settimane di gravidanza.
Il neonato pretermine si trova a vivere in un mondo a lui poco consono
e può andare incontro a svariati problemi:
-Non è in grado di mantenere un’adeguata temperatura
corporea, perciò sarà posto in una incubatrice, per cercare di ricreare
almeno in parte le condizioni ideali per la sua sopravvivenza.
-E’ molto forte il rischio di infezioni. Queste
possono essere causate da batteri (le più comuni), virus o funghi; quando
l’infezione è generalizzata o riguarda il circolo sanguigno è detta
sepsi. I neonati prematuri sono particolarmente esposti perché hanno
un sistema immunitario ancora incompleto, dal momento che la maggior
parte degli anticorpi passa dalla placenta al bambino durante gli ultimi
mesi di gravidanza. Oltre a questo la presenza di cateteri e respiratori
può diventare veicolo per i batteri. Un neonato affetto da un’infezione
può essere meno reattivo, presentare più apnee e un peggioramento della
respirazione, pallore e scarsa tolleranza all’alimentazione. Nella maggior
parte dei casi le infezioni rispondono velocemente alla somministrazione
di antibiotici mirati e non lasciano problemi permanenti.
-i problemi respiratori sono dovuti per lo più
ad un incompleto sviluppo dei polmoni. Il disturbo più frequente è la
sindrome da distress respiratorio (RDS). Questa patologia insorge a
causa della scarsa quantità di surfattante, una sostanza prodotta dai
polmoni maturi che aiuta a mantenere aperti gli alveoli. A causa della
mancanza di surfattante questi collassano, rendendo difficoltosa la
respirazione. La necessità di una supplementazione di ossigeno dopo
i 28 giorni dalla nascita prende il nome di displasia broncopolmonare
o broncodisplasia. Questa patologia interessa quasi esclusivamente i
prematuri estremi, intubati per lunghi periodi, con una incidenza variabile
tra il 4,2% e il 40%. Usualmente anche le situazioni più gravi tendono
a risolversi nei primi anni di vita del bambino, con lo sviluppo sempre
maggiore dei polmoni.
-L’anemia consiste nella carenza di globuli rossi
nel sangue. I prematuri sono particolarmente soggetti ad anemia, perché
nel periodo neonatale i globuli rossi hanno una vita più breve e durante
le prime settimane la loro produzione è limitata. Anche le infezioni
ne diminuiscono il numero, così come i piccoli prelievi di sangue necessari
a controllare la situazione clinica del neonato. L’unico modo per incrementarne
rapidamente la quantità è la trasfusione. L’anemia può anche essere
trattata con eritropoietina, una sostanza simile a quella prodotta dal
corpo per aumentare il numero dei globuli rossi, che richiede però alcune
settimane per produrre effetti.
-Apnee e bradicardia. L’apnea è una pausa nella
respirazione che dura più di 15-20 secondi e può essere associata a
bradicardia (rallentamento del battito cardiaco) e desaturazione (diminuzione
della quantità di ossigeno nel sangue). Le apnee sono molto frequenti
nei prematuri, dovute principalmente all’immaturità del sistema nervoso.
Altri problemi possono aumentare il rischio di apnee: infezioni, dotto
di Botallo pervio, innalzamento della temperatura corporea e danni cerebrali.
I neonati che presentano questa patologia possono essere trattati con
stimolanti (caffeina), e nei casi più gravi necessitano di assistenza
respiratoria. Il continuo monitoraggio permette al personale di rendersi
immediatamente conto del problema e intervenire. Solitamente le apnee
si risolvono con la crescita del neonato, per scomparire in prossimità
della data presunta del parto.
-Retinopatia della prematurità (ROP): è maggiormente
frequente nei pretermine nati prima della 28esima settimana e consiste
in un’anomala crescita dei vasi sanguigni che irrorano l’occhio. Lo
sviluppo normale procede dalla parte centrale posteriore dell’occhio
verso la parte anteriore, dalle zone più ricche di ossigeno perché già
vascolarizzate a quelle meno ricche; questo processo si completa solitamente
poche settimane prima della nascita a termine. Un oftalmologo segue
lo sviluppo del fondo dell’occhio a partire dalle 4-6 settimane di vita
del neonato, per proseguire con controlli regolari. L’estensione della
ROP si misura in stadi. Il I e il II stadio non richiedono un intervento,
mentre il III viene solitamente trattato con crioterapia.
-Dotto di Botallo pervio: Durante i mesi di gestazione
il feto non usa i polmoni, perché l’ossigeno viene fornito dalla madre
attraverso la placenta. Il dotto di Botallo permette al sangue di “saltare”
i polmoni (tranne una piccola quantità per garantirne la crescita),
e raggiungere direttamente il resto del corpo attraverso l’aorta. Nei
neonati a termine la nascita e l'inizio della respirazione autonoma
innescano dei processi chimici che portano alla chiusura del dotto.
Nei neonati pretermine invece questo processo non sempre si realizza
spontaneamente, determinando l'affaticamento di cuore e polmoni. Secondo
le condizioni del neonato si può optare per un atteggiamento di attesa,
aiutando la chiusura con farmaci, o procedere ad un intervento di legatura
chirurgica, ormai eseguito di routine.
-Ittero: con questo termine si intende la colorazione
giallastra assunta dalla cute a causa dell’eccessiva quantità di bilirubina
nel sangue. Questa patologia colpisce circa il 60% dei nati a termine
e l’80% dei prematuri. La bilirubina è la sostanza che si produce quando
i globuli rossi invecchiano e vengono smaltiti da fegato e milza. Nei
neonati i globuli rossi hanno una vita più breve e la grande quantità
di bilirubina prodotta affatica il fegato, che nei pretermine spesso
non è ancora del tutto efficiente. Per evitare danni cerebrali dovuti
all’eccesso di bilirubina si ricorre alla fototerapia, una tecnica totalmente
indolore e sicura. I neonati, vestiti del solo pannolino, vengono posti
sotto una lampada speciale e grazie alla luce nello spettro del blu,
la bilirubina si degrada in composti non tossici. Durante la terapia
gli occhi del bambino sono protetti con una mascherina. Generalmente
bastano pochi giorni di fototerapia per risolvere il problema.
-Problemi cerebrali: a causa della fragilità dei
vasi sanguigni i neonati prematuri presentano un grande rischio di emorragie
cerebrali. La loro estensione viene indicata per gradi, quattro, secondo
la gravità. Per la diagnosi viene impiegata l’ecografia cerebrale, un’analisi
indolore e non invasiva. Le emorragie di I e II grado sono le più frequenti
e solitamente non causano danni cerebrali permanenti. Bambini con un’emorragia
molto estesa, di III o IV grado, possono andare incontro all’idrocefalo
(aumento della quantità di liquido nei ventricoli cerebrali), ma la
maggior parte non sviluppa comunque problemi cerebrali. E’ comunque
necessario un attento e tempestivo follow-up dello sviluppo del neonato
pretermine, per individuare precocemente eventuali problemi motori o
cognitivi.