Quando Emmanuele è stato dimesso ci hanno dato dei consigli molto utili. 
          Li riportiamo di seguito, forse potranno servire a qualcuno.
          
          -Prima della dimissione: come prima cosa, e questo è un nostro 
          consiglio,riposate molto nei giorni precedenti l'arrivo a casa del bambino. 
          Se è il vostro primo figlio, non potete neanche sospettare lo sconvolgimento 
          che porterà nei vostri orari e nelle vostre vite. Nei primi mesi dovrete 
          alzarvi varie volte durante la notte, i primi giorni probabilmente non 
          riuscirete neanche a dormire per l'emozione.Se dovete sbrigare mansioni 
          che vi porteranno fuori casa anticipatele, in modo da poter passare 
          almeno i primi giorni a completa disposizione del vostro pargolo: lui 
          ha bisogno di voi anche per abituarsi al nuovo ambiente.
          Cercate di prendere confidenza con le cure giornaliere: se non siete 
          molto esperti, imparate a cambiare il vostro piccolo, a preparare e 
          a dargli il biberon, a cambiarlo, fargli il bagnetto, tagliargli le 
          unghie o sistemare eventuali medicazioni. 
          Sfruttate al massimo le infermiere, chiedete consiglie suggerimenti.
          Sarebbe bene avere già scelto il pediatra, in modo da potergli far conoscere 
          il vostro piccolo al più presto. Potete farvi consigliare dai medici 
          ospedalieri, seguire un prematuro richiede una certa esperienza.
          
          -Ambiente: è molto importante che il bambino trovi ad accoglierlo 
          un ambiente il più possibile silenzioso e sereno. In ospedale probabilmente 
          vostro figlio divideva la stanza con altri neonati, i monitor suonavano 
          e c’era un gran via vai di infermiere e medici. E’ invece essenziale 
          garantirgli uno spazio silenzioso, lontano da rumori forti o molesti. 
          Quindi niente telefono vicino alla sua stanza, televisori e radio ad 
          alto volume,urla o confusione. Evitate anche le luci troppo forti e 
          gli stimoli eccessivi.
          
          -Sistemazione: nascendo in anticipo, i prematuri perdono l’importante 
          fase del raccoglimento. Durante la permanenza in incubatrice si è cercato 
          di ricreare un ambiente di contenimento, grazie all’uso di ciambelle 
          e accorgimenti vari. A casa sarebbe bene ricalcare questa sistemazione. 
          Evitiamo quindi di porre il neonato in lettini o culle enormi per lui, 
          in cui si sentirebbe sperduto. Anche la carrozzina, più piccola, è adatta 
          al suo riposo.
          Qualunque soluzione scegliate, se lo spazio è veramente tanto si può 
          comunque ridurre ponendo degli asciugamani arrotolati sotto il lenzuolo, 
          in modo da creare una sorta di barriera.
          
          -Misure anti-SIDS: sono stati individuati alcuni semplici accorgimenti 
          per ridurre il rischio SIDS (morte improvvisa del neonato), che tutti 
          i genitori dovrebbero mettere in pratica.
          -Far dormire il neonato sulla schiena, senza cuscino e su un materasso 
          rigido.
          -Non copritelo troppo, neanche in caso di febbre. La temperatura migliore 
          per la notte è tra i 18 e i 20 gradi.
          -Non avvolgete le coperte strettamente.
          -Non fumate in sua presenza ed impedite ad altri di farlo.
          (Per maggiori informazioni consultate il sito Semi 
          per la SIDS)
          
          -Visite: per le prime settimane è meglio evitare un’invasione 
          di parenti ed amici. Il bambino deve abituarsi ad un ambiente nuovo, 
          e nei primi mesi di vita è maggiormente vulnerabile alle infezioni.
          Chiedete agli ospiti di non superare il numero di 2-3 persone e di rimandare 
          l’incontro in caso di raffreddori o malanni vari.
          
          -Crescita: può succedere che i prematuri nei primi due anni di 
          vita siano leggermente più lenti nello sviluppo psico-motorio. Innanzi 
          tutto bisogna SEMPRE far riferimento all'età corretta, e non a quella 
          anagrafica. L'età corretta si calcola a partire dalla data presunta 
          del parto e non da quella reale: Emmanuele per esempio ha 17 mesi corretti, 
          20 e mezzo reali. 
          Non preoccupatevi se vostro figlio a un anno non cammina ancora, in 
          realtà è come se avesse 9, 10 mesi, a seconda della prematurità, e il 
          suo sviluppo seguirà l'età corretta. 
          Evitate anche i confronti con gli altri bimbi: ogni essere umano è unico 
          e speciale, ognuno ha tempi differenti di sviluppo. E' considerato normale 
          il bambino che cammina a 10 mesi, come quello che lo fa a 16, e lo stesso 
          discorso vale per il linguaggio, l'eruzione dei dentini etc. 
          Ovviamente se notate qualcosa di strano chiedete un consiglio a medici 
          esperti, soprattutto in mancanza di follow-up.
          
          -Importante: purtroppo non in tutti i centri di neonatologia 
          è previsto un follow-up neurologico. E' invece vitale che ogni prematuro 
          sia sottoposto ad un controllo dello sviluppo nel primo anno di vita, 
          in modo da poter identificare e correggere precocemente eventuali problemi. 
          Il vostro pediatra potrà richiedere una visita specialistica presso 
          un neuropsichiatria infantile. 
        Cosa è successo a noi in pratica.
        Dopo tutti questi bei consigli ecco cosa abbiamo fatto 
          noi. Dopo sei mesi di ricovero eravamo talmente stanchi da andare avanti 
          per forza d’inerzia. 
          -Abbiamo aspettato l’ultimo momento per acquistare carrozzina e fasciatoio, 
          non sapendo delle due settimane necessarie per la consegna. Risultato: 
          se Emmanuele fosse stato dimesso alla data fissata non li avremmo avuti. 
          Un’amica era pronta a prestarceli, ma non era proprio il massimo. Quindi 
          va bene aspettare, non è solo questione di scaramanzia ma proprio di 
          rifiuto psicologico, però è meglio non esagerare ed informarsi in anticipo 
          sugli eventuali tempi di attesa nella consegna.
          -Accudimento: eravamo tanto presi dall’idea di portare a casa Emmanuele 
          che abbiamo dimenticato tutto il resto. In reparto abbiamo imparato 
          solo a cambiarlo e a dargli il biberon. Devo dire comunque che ci si 
          arrangia, pur non avendogli mai fatto un bagnetto ce la siamo cavata 
          senza annegamenti.
          -Attenzione al latte artificiale: non sempre quello usato dal bambino 
          è facilmente reperibile, la cosa migliore sarebbe informarsi in anticipo 
          presso la farmacia più vicina e chiedere che se ne procurino una certa 
          scorta, in modo da non rimanere senza. Ovviamente avvisateli poi quando 
          cambierete il latte o lo sospenderete.
          -Pediatra: noi ce lo siamo fatti indicare in reparto e abbiamo iniziato 
          gli appostamenti al centro di prenotazione perché non è sempre facile 
          ottenere il pediatra richiesto. La nostra pediatra è poi passata in 
          ospedale prima della dimissione per conoscere meglio Emmanuele e parlare 
          con i medici (e per ora ci troviamo molto bene con lei).
          -Il primo mese con Emmanuele a casa è stato sconvolgente: c’è voluto 
          un po’ perché ci rendessimo conto che era tutto vero e non dovevamo 
          portarlo indietro. Poi è necessario stabilire una routine e mettere 
          a punto tante cose, come sincronizzare i tempi di cambio e pappa, stabilire 
          i turni notturni o attrezzarsi per le uscite in modo da non dover impiegare 
          un’ora a prepararsi.
          Sinceramente ero molto spaventata dalle possibili reazioni di Manu alla 
          nuova sistemazione. In ospedale era abituato ad avere tanta gente intorno, 
          sempre pronta a coccolarlo, e forse noi due da soli non gli saremmo 
          bastati; temevo inoltre che il lungo ricovero avesse creato dei forti 
          traumi ed eravamo spaventati all’idea di dover gestire un neonato con 
          una salute traballante. 
          Contrariamente ai miei timori Manu ha passato i primi giorni dormendo 
          placidamente, molto meglio che in ospedale. Non ha sentito la mancanza 
          di tanta gente e anzi, quando si è reso conto che restavamo sempre con 
          lui, la sua serenità e il suo buonumore sono aumentati. Per le medicine 
          ce la siamo cavata senza problemi e lui ha iniziato subito a migliorare. 
          
          Ha dimostrato di essere un bambino molto sereno, furbetto ma buono ed 
          affettuoso(non pensiamo più che da grande diventerà un serial killer 
          per vendicare gli affronti subiti nei primi mesi).
          In definitiva, a parte qualche dettaglio (le medicine, la fisioterapia 
          e un po’ di isolamento), la gestione di Emmanuele si è dimostrata identica 
          a quella di qualsiasi altro neonato, con i problemi e le gioie che ritrovo 
          nelle mie amiche neo-mamme.