GABRIELLINA
Ho deciso di scrivere la mia storia perché in
questo modo ho la sensazione che la mia bimba non sarà dimenticata.
Dopo un anno di tentativi e proprio in un momento in cui non me lo aspettavo,
sono rimasta incinta.
Stavo per laurearmi e correvo all’impazzata tra Napoli e Ischia tutti
i giorni. Il giorno della seduta di l aurea ebbi delle macchie e pensai
che mi stessero venendo le mestruazioni, pensai: e ti pareva, proprio
oggi! Invece dopo quelle macchie più nulla e dopo una settimana
feci le analisi…ero incinta! Ero felicissima ma anche spaventata perché
avevo paura di aver già avuto una minaccia d’aborto, chiamai
il mio medico ma mi disse che forse era stato l’annidamento. Quello
fu soltanto il primo di un mare di problemi che si susseguirono in seguito.
Dopo un paio di settimane mi uscirono delle macchie di sangue e dopo
alcuni giorni anche dei grossi grumi, chiamai nuovamente il medico che
mi mise a letto fino alla fine dei tre mesi. Sembrava finalmente andare
tutto bene e arrivò la data dell’amniocentesi. “L’operazione”
in sé andò bene ma al mio ritorno a casa mi vennero dei
brividi fortissimi di freddo e salì la febbre, andai avanti così
per tre giorni, la febbre saliva e scendeva grazie alla tachipirina.
Finalmente la febbre passò, ma il quarto giorno dopo l’amniocentesi
ebbi di nuovo dei grumi di sangue. Io e mio marito corremmo nuovamente
dal medico ma non mi riscontrò alcun problema. Dopo questi episodi
sembrò andare, per qualche settimana tutto bene ma all’improvviso,
mentre ero tranquillamente stesa sul divano, sentii delle perdite liquide
scendere. Corsi nuovamente dal medico ma anche questa volta sembrava
tutto passato, anzi sembrava che ogni volta che il medico mi visitava,
era passato tutto d’incanto! Lui mi disse che probabilmente si trattava
di un’infezione e mi diede degli antibiotici da prendere per 5 giorni.
Li presi, ma dopo una settimana ebbi delle perdite di sangue e, a questo
punto, fui ricoverata. Rimasi in ospedale tre giorni e sembrava andasse
tutto bene ma appena tornata a casa, mi resi conto di aver preso un
virus che mi provocava dei disturbi intestinali. Stetti male una settimana,
alla fine fui costretta a pr endere degli antibiotici. Dopo avere preso
questi antibiotici ricominciai ad avere delle perdite liquide miste
a sangue e il medico mi rimise a riposo. Purtroppo, dopo una settimana
circa la situazione precipitò. Di notte mi alzai perché
avevo la sensazione di essere bagnata, e quando arrivai in bagno, urlai
per lo spavento perché ero in un lago di sangue! Fu la sensazione
più terribile che avessi mai provato! Ero sicura che la mia bimba
fosse morta. Corsi alle due di notte dal medico che mi fece l’ecografia
e mi disse che il liquido amniotico era diminuito, si era rotto il sacco.
Fui ricoverata d’urgenza, ero alla venticinquesima settimana, riuscirono
a bloccare le contrazioni per una settimana e nel frattempo continuavo
ad avere perdite di sangue e liquido. Purtroppo alla fine della ventiseiesima
settimana, non ci fu più nulla da fare, entrai in travaglio e
mi trasferirono d’urgenza in un ospedale che aveva il reparto di terapia
intensiva per i prematuri. Era il 6 agosto, era notte e quando arrivai
in quell’ospedale sentivo un freddo tremendo, il medico di turno mi
visitò e si arrabbiò perché il parto era aperto
solo di due cm e la bambina era ancora viva! Aveva accettato il mio
ricovero solo perché gli avevano detto che stavo abortendo! Disse
che se non avessi partorito entro il giorno dopo mi avrebbe trasferita
a Battipaglia perché il reparto doveva chiudere! Ad agosto non
si può nemmeno partorire perché tutti devono andare in
ferie! Mi trasferirono prima in reparto poi nella sala travaglio e se
ne andarono, con me c’erano solo ma per fortuna mia suocera e la mia
migliore amica Cinzia che fortunatamente si trovava con me ancora prima
che entrassi in travaglio . Io avevo le contrazioni ormai continue e
urlavo perché non volevo che la mia bambina uscisse perché
a quel punto sarebbe morta, mi avevano detto che non c’erano speranze
di sopravvivenza. Dopo non so quanto tempo, forse un’oretta, sentii
un peso al basso ventre e a quel punto Gabriellina uscì, e non
c’era nemmeno un medico al mio fianco! A quel punto successe il finimondo,
mia suocera e Cinzia chiamarono il medico e ci trasportarono in sala
parto. Miracolo! Gabriellina pesava 800gr ma era viva! La intubarono
e portarono su in reparto e mi dissero che ce l’avrebbe fatta. Dopo
si occuparono di me, mi ripulirono dentro senza anestesia, mi dissero
in seguito che le mia urla si sentivano anche fuori. Mi trattarono come
se fosse colpa mia quello che era successo, mi dissero, mentre mi ripulivano
e recuperavano pezzi di placenta come se stessero “pescando”, che non
avevano mai visto niente di simile e che ero fortunata a essere ancora
viva, inoltre continuavano a fare commenti tra di loro come se io non
fossi presente! Ma forse è meglio evitare di entrare nel particolare.
Purtroppo, mentre sembrava che le cose andassero bene, mio marito, in
lacrime, mi disse che avevano trasferito Gabriellina in un ospedale
specializzato perché aveva una malformazione. In seguito, in
quell’ospedale ci dissero che in realtà, intubandola le avevano
bucato la trachea, un incidente che può capitare con un bimbo
così piccolo...anche qui è meglio evitare commenti!. Io
potei andare da lei solo dopo 4 giorni, nel frattempo andava mio marito.
Quando finalmente mi fu possibile vederla, sentii il cuore che andava
in pezzi, era così piccola, era piena di fili, di tubi, non urinava
e aveva il catetere, mi dissero che aveva un’emorragia cerebrale di
secondo grado. La sua agonia durò 13 giorni durante i quali ci
permisero di toccarla, mi ricordo ancora il calore della sua pelle…Un
giorno la trovai tutta coperta di sangue, come se “sudasse” sangue,
una dottoressa mi disse che stavano prolassando tutti gli organi e che
non produceva piastrine. Mi disse anche che era meglio pregare che morisse
una “bimba così”, che non sarebbe stata normale, anche perché
l’emorragia cerebrale era ormai di quarto grado, ma una mamma come fa
a sperare che sua figlia muoia? Dopo due giorni Gabriellina morì
e io e mio marito uscimmo distrutti da questa storia.
Non ho mai saputo il perché mi sia successo tutto questo, ho
fatto tantissimi controlli per capire se il mio utero avesse qualcosa
che non andava ma mi dicevano sempre che era tutto a posto, l’unico
problema poteva essere un collo troppo largo.
Dopo circa sei mesi dalla morte di Gabriellina, sono rimasta incinta
di nuovo, anche questa volta non me lo aspettavo perché i valori
della mia tiroide erano troppo alti. Appena fatte le analisi sono andata
in panico, avevo una tremenda paura che potesse capitarmi tutto di nuovo!
Non sapevo a chi rivolgermi! Alla fine sono tornata dal ginecologo della
mia precedente gravidanza perché era l’unico che potesse capire,
gli altri medici che avevo conosciuto dopo, durante i controlli, non
erano in grado di capire assolutamente perché non sapevano tutto
quello che avevo passato, inoltre avevano più volte definito
la mia bambina un aborto!
Sono stata messa a riposo, ed ero sempre sotto controllo, al fine di
intervenire con un cerchiaggio in caso di necessità. Affrontare
questa gravidanza è stato molto difficile, ogni volta che andavo
in bagno avevo il terrore di guardare per la paura di vedere sangue,
avevo il terrore di tutto ma cercavo di stare serena, almeno di convincermi
di esserlo.
E’ andato tutto bene fino alla trentunesima settimana quando mi sono
venute delle contrazioni e mi hanno fatto delle flebo per fermarle.
Il ricovero in ospedale è stato una tortura a livello psicologico
perché tutti mi chiedevano se era il primo, se rispondevo di
si, mi sembrava di tradire Gabriellina, se rispondevo di no, mi facevano
altre domande, e raccontare la mia storia ad altre gravide poteva spaventarle
e non mi sembrava opportuno. Inoltre avevo il terrore che mio figlio
potesse nascere in anticipo e non avrei sopportato il dolore vedendolo
intubato. La paura che si prova non è descrivibile, ti logora,
certe esperienze ti cambiano per sempre.
Davide è nato alla trentasettesima settimana, pesava 3280gr ed
era la copia esatta di mio marito in piccolo, il parto è stato
bellissimo e mio marito era con me, la sua presenza per me è
stata fondamentale. Amo mio figlio da morire, sono felice di aver avuto
una seconda possibilità e spero di poter avere anche un altro
bambino, ma un pezzo del mio cuore sarà sempre di Gabriellina
la mia piccola bimba. Mi piace pensare che, come ha racconta to mia
cognata alle mie nipotine per giustificare la morte della loro cuginetta,
Gesù aveva bisogno di bambini con cui giocare e che quindi lei
stia insieme ad altri bambini a giocare con Lui.
scritto
dalla mamma di Gabriellina - pubblicato il 3 febbraio 2008